In questo articolo del nostro blog avevamo introdotto il concetto di permeabilità intestinale, intesa come la capacità dell’intestino di fungere da barriera: più un intestino è permeabile e più la sua funzione di barriera verrà a mancare, permettendo il passaggio di tossine e agenti estranei.
Oggi aggiungeremo un tassello aggiuntivo, cercando di capire il ruolo che la vitamina D può avere nel determinare la corretta permeabilità intestinale.
Cosa c’entra la vitamina D con la permeabilità intestinale?
La vitamina D è principalmente conosciuta per i suoi benefici a livello osseo e muscolare, ma svolge numerosi ruoli di regolazione anche a livello intestinale! Diverse evidenze hanno infatti ipotizzato che la vitamina D potesse avere un ruolo cruciale anche nel determinare la permeabilità di barriera, divenendo così argomento di interesse per il trattamento e la prevenzione delle patologie infiammatorie croniche intestinali (anche note come IBD, ne abbiamo parlato qui).
Ma attraverso quali meccanismi la vitamina D svolgerebbe questa funzione?
- Regolazione delle giunzioni occludenti. Le giunzioni occludenti (o tight junction) sono delle strutture in grado di tenere strette le cellule dell’epitelio intestinale, impedendo così il passaggio di potenziali patogeni. La vitamina D sembrerebbe in grado di “rinforzare” queste giunzioni, rendendo così la barriera meno permeabile e più resistente. Questo sarebbe confermato anche da studi che hanno osservato come importanti carenze di vitamina D fossero legate ad un malfunzionamento delle giunzioni occludenti e ad una conseguente aumentata permeabilità intestinale (Yeung et al., Frontiers in Medicine, 2021).
- Modulazione del sistema immunitario. La vitamina D è in grado di influenzare la risposta immunitaria, sia innata che adattativa. Proprio per questa sua caratteristica, si pensa che possa avere un ruolo chiave nel modulare la risposta infiammatoria esagerata che si verifica nel morbo di Crohn e in altre patologie croniche intestinali. La supplementazione con vitamina D aiuterebbe infatti a ridurre la produzione di molecole pro-infiammatorie e ad aumentare la secrezione di citochine anti-infiammatorie, aiutando così a ripristinare una corretta omeostasi intestinale e a ridurre la disfunzione di barriera tipica di queste condizioni (Wu et al., Journal of Inflammation Research, 2022).
- Protezione delle cellule epiteliali intestinali. La vitamina D è in grado di promuovere la produzione di peptidi antimicrobici (come le defensine ad esempio), importanti molecole in grado di contrastare la proliferazione di batteri e virus estranei e dunque il loro passaggio nella circolazione (White, Nutrients, 2022).
In conclusione, la vitamina D è implicata in numerosi meccanismi regolatori sia a livello intestinale che sistemico, che ne fanno la candidata ideale per il trattamento delle IBD e di altre patologie che abbiano come conseguenza (o come causa) un’alterazione della funzionalità di barriera. Sicuramente sono necessarie ulteriori evidenze per determinarne il raggio d’azione e per chiarire in che modalità una sua supplementazione possa aiutare nel supporto a queste condizioni, ma di una cosa siamo sicuri: l’importanza di questa vitamina nel mantenimento dell’omeostasi intestinale rimane indiscussa!
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