Il modo in cui percepiamo il cibo è uno dei fattori che più fortemente determina le nostre abitudini alimentari. Persone diverse hanno gusti diversi e, pertanto, abitudini alimentari differenti.
In questo ambito, è importante definire la percezione sensoriale. Questo termina indica l’interazione tra diversi fattori, e in particolare le sensazioni derivanti da gusto, olfatto e dalla chemestesi, intesa come l’attivazione chimica di quei sensori in grado di darci uno stimolo fisico (caldo o freddo, piccante..).
Il microbiota intestinale può influenzare questa percezione? La risposta è sì!
Diverse ricerche degli ultimi anni hanno infatti dimostrato come una diversa composizione microbica intestinale possa essere correlata ad una diversa percezione sensoriale del cibo che mangiamo, determinando i nostri gusti e preferenze alimentari. Inoltre, questa ipotesi viene sempre più considerata anche per l’associazione esistente tra stati di disbiosi e abitudini alimentari scorrette, come il preferire cibi saporiti oppure avere disturbi alimentari (Menghi et al., Food Quality and Preference, 2023).
Questo non è così strano se pensiamo che il nostro microbiota svolge un ruolo fondamentale nella scomposizione e nel metabolismo dei nutrienti che assumiamo tramite l’alimentazione. In particolare, una delle sue attività principali è la fermentazione della fibra alimentare, con conseguente produzione di metaboliti bioattivi, tra cui i più conosciuti e studiati sono senz’altro gli acidi grassi a corta catena (o SCFA, dall’inglese Short Chain Fatty Acids). Questi componenti fungono da nutrimento per le cellule dell’epitelio intestinale e sono stati correlati ad aumentato senso di sazietà e alla regolazione dell’appetito (Silva et al, Frontiers in Endocrinology, 2020).
Come SIMBIOS sottolinea sempre, mente e intestino sono connessi tra loro in modo bidirezionale. Tale connessione ha un impatto importantissimo sulle nostre abitudini alimentari. I segnali derivanti dal microbiota intestinale, in relazione a cambiamenti di abitudine, di stagione e di umore, sono in grado di modificare le nostre percezioni nervose e sensoriali legate al cibo, spingendoci così verso diversi comportamenti alimentari.
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