L’insonnia è il disordine del sonno più comune nella popolazione mondiale adulta, ma la sua patogenesi, intesa come i meccanismi attraverso cui si instaura il disturbo, rimane ancora da definire.
Prima di proseguire, è bene distinguere tra le varie categorie di disturbi del sonno. Secondo l’American Academy Sleep Medicine, i disturbi del sonno vengono identificati come tutti i disturbi che compromettono sia la qualità che la quantità del sonno e possono essere classificati in 6 principali categorie diagnostiche:
Tipologia di disturbo del sonno | Descrizione |
Insonnia | Difficoltà ad addormentarsi o di rimanere addormentati |
Apnee notturne | Disturbi della respirazione nel sonno |
Ipersonnia | Sentirsi esausti dopo 8-10 ore di sonno |
Narcolessia | Cicli sonno-veglia irregolari |
Parasonnia | Comportamenti anomali o inusuali durante il sonno (i più comuni sono senz’altro le paralisi del sonno, il sonnambulismo ed il pavor nacturnus) |
Disturbi del movimento in sonno | Movimenti anomali durante il sonno (ad esempio la sindrome delle gambe senza riposo, RLS) |
Negli ultimi anni, un gran numero di evidenze scientifiche ha suggerito che il microbiota intestinale possa giocare un ruolo chiave nell’insorgenza di diversi disturbi del sonno, tra cui l’insonnia. Abbiamo infatti imparato che l’insieme di microrganismi che popola il nostro intestino non influenza solamente le attività strettamente connesse al sistema digerente, ma anche la funzionalità del sistema immunitario, diverse attività metaboliche e persino cerebrali, grazie alla connessione bidirezionale esistente tra mente e intestino.
Inoltre, il microbiota contribuisce alla produzione dei precursori della serotonina e di altre importanti molecole segnale del sistema nervoso centrale e del sistema neuroendocrino, contribuendo così al 90% della quantità di serotonina circolante nel nostro organismo. Perché parliamo di serotonina? Perché la serotonina è un ormone fondamentale quando si tratta di insonnia. Infatti, oltre ad agire sull’umore, sulla percezione del dolore, sull’appetito e sulla funzionalità digestiva, essa è il naturale precursore della melatonina, sostanza nota a tutti per la sua capacità di regolare il ciclo sonno-veglia.
Proprio per questa capacità della flora batterica intestinale di intervenire nella produzione di serotonina, gli studiosi si sono chiesti quale potesse essere il ruolo di questi microrganismi nel mediare o determinare i disturbi del sonno.
Uno studio condotto in Cina dal professor Jianghui Zhang e colleghi nel 2022, ha analizzato il microbiota intestinale di soggetti con una cattiva qualità del sonno, comparandolo poi con quello di altrettanti individui sani. Sorprendentemente, il microbiota del gruppo affetto da disturbi del sonno presentava una sorta di “firma microbica”, caratterizzata da una riduzione di batteri noti come Tenericutes e Elusimicrobia e da una significativa alterazione dei processi metabolici di butirrato e propionato, due importanti acidi grassi a corta catena (ne abbiamo parlato in questo precedente articolo).
Altri esempi di evidenze arrivano poi da studi dove il trapianto di microbiota fecale da organismi affetti da disturbi respiratori e nervosi in organismi sani ha causato disturbi del sonno in questi ultimi, rendendo così ancora più chiaro il nesso esistente tra microbiota intestinale e qualità o quantità del sonno (Badran et al., Experimental Neurology, 2020).
La relazione esistente tra microbiota e disturbi del sonno è stata dimostrata da diversi studi, ma ancora si dovrebbe chiarire se è una disbiosi (ovvero un’alterazione nella composizione microbica intestinale) a causare le alterazioni nel sonno, o viceversa. Inoltre, l’insonnia è da considerarsi un disturbo multifattoriale, legato quindi non ad un unico, ma a diversi e svariati fattori. Sicuramente questo rimane un campo da esplorare, ma le attuali evidenze fanno sperare che, in futuro, il trattamento dell’insonnia possa essere affrontato agendo proprio sulla composizione microbica intestinale.
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