La risposta è sì!
Le prime ipotesi riguardo al ruolo del microbiota nel mediare i disturbi dermatologici più diffusi vennero formulate nel 1930 da due dermatologi, John H. Stokes e Donald M. Pillsbury. Grazie ai loro studi, si accorsero di come diversi stati emozionali, quali stress, ansia e depressione, fossero in grado di alterare la funzionalità gastrointestinale e, di conseguenza, anche la composizione microbica intestinale. Questa alterazione quantitativa e qualitativa del microbiota intestinale (disbiosi) sarebbe a sua volta responsabile di numerosi processi infiammatori, sia locali che sistemici, in grado contribuire allo sviluppo e all’insorgenza di diversi disturbi dermatologici quali acne, psoriasi, vitiligine, verruche e dermatiti atopiche.
Ma come si collegano stress, microbiota e disturbi della pelle?
Il meccanismo che rende possibile questa reazione a cascata si fonda su di un’aumentata permeabilità intestinale. In uno dei nostri precedenti articoli, abbiamo visto come l’intestino costituisca una vera e propria barriera, in grado di far passare nutrienti e molecole utili, e di bloccare invece batteri, tossine e altre sostanze potenzialmente dannose. Più un intestino è permeabile e più viene a mancare la sua capacità protettiva. Le sostanze estranee che riescono a superare la barriera intestinale passano nel torrente circolatorio, che permette loro di raggiungere distretti corporei anche molto lontani dall’intestino, tra cui, appunto, la pelle. L’accumulo di queste sostanze a livello cutaneo scatena dei processi infiammatori locali, divenendo così responsabile delle varie condizioni dermatologiche sopra citate (Salem et al., Frontiers in Microbiology, 2018).
Questo meccanismo è stato particolarmente studiato per l’acne. L’acne è una condizione molto diffusa che consiste nell’infiammazione dei follicoli pilosebacei (l’insieme del follicolo dove cresce il pelo e della ghiandola sebacea, responsabile della produzione di sebo) e che si manifesta con la comparsa di brufoli e punti neri. Diverse evidenze scientifiche hanno confermato come una combinazione di stress e dieta disordinata (alto consumo di grassi saturi e basso consumo di fibre) possa causare alterazioni della motilità intestinale e del microbiota stesso, portando ad un’aumentata permeabilità (secondo il meccanismo che abbiamo descritto sopra) (Bowe and Logan, Gut Pathogens, 2011).
Utilizzo di pre- e pro-biotici
Visto il ruolo centrale del microbiota intestinale nel determinare i disturbi della pelle, si valuta sempre più spesso l’utilizzo di pre- e pro-biotici (a questo link un articolo dove spieghiamo la differenza tra i due) come coadiuvanti delle terapie cutanee e dermatologiche. Infatti, riequilibrando la composizione microbica intestinale siamo in grado di rafforzare l’integrità di barriera, prevenendo così il passaggio di molecole estranee nel torrente circolatorio e i processi infiammatori che ne derivano.
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