Principali categorie e caratteristiche
Le malattie infiammatorie croniche intestinali, anche note come IBD (dall’inglese Inflammatory Bowel Disease), sono una categoria di patologie causa di infiammazione cronica a livello del sistema digerente. In base all’area colpita, alla tipologia e alla gravità di lesioni, vengono suddivise in tipologie differenti, tra cui le più comuni e conosciute sono la colite ulcerosa e il morbo di Crohn.
La colite ulcerosa causa infiammazione e ferite (chiamate appunto ulcere) lungo la superficie dell’intestino crasso, partendo dal retto, ovvero dall’ultimo tratto dell’intestino, e diffondendosi poi verso il colon. La formazione delle ulcere è causata da processi infiammatori intensi, che a loro volta provocano la morte delle cellule della parete intestinale, con conseguenti ferite e produzione di pus. Il morbo di Crohn si caratterizza invece per infiammazione diffusa lungo tutto il tratto gastrointestinale. Tipicamente, queste si concentrano nell’intestino tenue, ma possono estendersi anche al crasso e, molto meno frequentemente, anche alla parte alta del tratto digerente. Diversamente dalla colite ulcerosa, dove l’area dell’infiammazione è circoscritta e costante, nel morbo di Crohn le aree colpite possono essere anche molto distanti tra loro, con un’alternanza di tratti sani e tratti infiammati.
Entrambe le categorie di IBD sono caratterizzate da una sintomatologia simile, che tipicamente include diarrea, sangue nelle feci, dolore addominale, fatica e perdita di peso e appetito. L’intensità dei sintomi varia invece in base al soggetto: può essere lieve in qualcuno, fino a diventare debilitante per altri.
Cause e frequenza nella popolazione
Secondo le stime della Federazione Europea delle Associazioni su Crohn e Colite Ulcerosa (EFCCA), nel mondo sarebbero circa 10 milioni le persone affette da IBD. Purtroppo, la prevalenza mondiale di queste patologie è in costante aumento nella popolazione, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Alla base di questa loro crescente diffusione si trova la natura multifattoriale delle IBD. Con ciò intendiamo che queste patologie derivano da una combinazione di fattori ambientali (dieta, stile di vita, uso di antibiotici…) e fattori genetici (ovvero legati al nostro DNA). Ed è proprio per questo che, nonostante siano ampiamente conosciute e studiate, le cause scatenanti delle IBD rimangono ancora ignote. Sicuramente, stress e abitudini alimentari scorrette rappresentano alcuni dei fattori aggravanti di queste patologie. Questo è stato confermato dal rapido incremento di casi nei paesi in via di sviluppo, dove l’aumento di pazienti con IBD sembra essere direttamente correlato ad un’aumentata aderenza alla cosiddetta “dieta Western”. Con dieta Western ci riferiamo alle abitudini alimentari tipiche occidentali, caratterizzate da un alto consumo di grassi saturi, zuccheri semplici e cibi processati, e da un basso consumo di frutta e verdura. Queste abitudini alimentari concorrono allo sviluppo di IBD attraverso diversi meccanismi, dall’alterazione della composizione microbica intestinale, alla compromissione della barriera intestinale e del sistema immunitario (Rizzello et al., Nutrients, 2019).
Trattamento
Tutte le terapie per IBD prevedono come primo passaggio il risolvimento dei processi infiammatori, così da poter interrompere i processi che ne derivano, come la formazione di ulcere (nel caso della colite ulcerosa) i sintomi intestinali e infine eventuali complicazioni. Il tipo di trattamento dipende molto dall’area di tratto digerente colpita e dallo stadio della patologia. Generalmente si tratta di una terapia con anti-infiammatori, farmaci immunosoppressori o corticosteroidi. In caso di mancata risposta alla terapia farmacologica o di eventuali complicanze, possono essere suggeriti dei trattamenti chirurgici.
A queste terapie possono poi essere abbinati dei trattamenti utili alla riduzione della sintomatologia. Ad esempio, la supplementazione con fibra solubile viene consigliata per ridurre la diarrea o, al contrario, per favorire un transito intestinale regolare. A ciò viene spesso abbinata l’integrazione di minerali e vitamine, spesso carenti in pazienti con IBD. Infine, anche l’utilizzo di anti-infiammatori naturali come la curcuma può dare un valido supporto nel processo di remissione.
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