La mucosa intestinale rappresenta lo strato più interno dell’intestino, deputato all’assorbimento dei nutrienti alimentari, alla protezione contro microrganismi patogeni, alla produzione dello strato di muco che riveste l’intestino e a tante altre importanti funzioni.
Visto il grande numero di attività in cui questa mucosa è coinvolta, è chiaro che una sua infiammazione sia collegata a sintomi e disturbi di vario tipo e di diversa severità, in base all’estensione del tratto infiammato e alla sua persistenza. Quali sono le cause che portano ad un’infiammazione della mucosa intestinale? Tra i fattori più comuni, ritroviamo:
- Infezioni. Infezioni batteriche, virali o da parassiti possono scatenare importanti processi infiammatori a livello intestinale, coinvolgendo la mucosa. L’esempio più tipico sono le gastroenteriti causate da Salmonella o norovirus, rispettivamente batteri e virus in grado di causare infiammazione mucosale e sintomi gastrointestinali come diarrea, vomito e crampi addominali. Una delle ipotesi più accreditate è che infezioni di questo tipo siano in grado di causare profonde alterazioni nella composizione microbica intestinale del soggetto affetto, portando così ad uno squilibrio nell’ecosistema intestinale e conseguente infiammazione della mucosa (Yue et al., Microorganisms 2019).
- Disturbi autoimmuni. Patologie autoimmuni (intese come patologie dove il sistema immunitario rivolge una reazione immunitaria contro le cellule del proprio organismo) come il morbo di Crohn o la celiachia, sono caratterizzate da un’infiammazione della mucosa intestinale. In tali disturbi, infatti, la risposta autoimmune è diretta principalmente contro le cellule del tratto digerente, portando ad un’infiammazione cronica della superficie del tratto interessato. Ad esempio, nel caso della celiachia, le proteine del glutine causano la produzione di anticorpi che danneggiano la mucosa dell’intestino tenue, portando così ad una sintomatologia intestinale, extra-intestinale (stanchezza ed emicrania ad esempio) e al malassorbimento dei principali micronutrienti alimentari (clicca qui se vuoi approfondire).
- Allergie e intolleranze. Reazioni allergiche dirette contro diversi tipi di sostanze, come il glutine, il lattosio o additivi alimentari rappresentano una causa comune di infiammazione intestinale. La reazione avversa dell’organismo a questi tipi di sostanze scatena stimola una forte risposta immunitaria, con conseguente produzione di citochine e altre sostanze pro-infiammatorie (Ohtsuka, Pediatrics International, 2015).
- Sindrome dell’intestino irritabile. Nonostante la sindrome dell’intestino irritabile sia spesso legata a cause ancora da chiarire (ne abbiamo parlato in questo articolo del nostro blog), diverse ricerche hanno evidenziato come tra i possibili fattori scatenanti ci possa essere un’alterata funzionalità intestinale, accompagnata da un’infiammazione cronica della mucosa intestinale.
- Utilizzo di farmaci. Determinati farmaci possono alterare l’epitelio intestinale, provocando processi infiammatori anche intensi. Identificare le categorie di farmaci in grado di provocare questi effetti collaterali non è sempre semplice, poiché i sintomi da essi causati possono facilmente sovrapporsi o confondersi con quelli di patologie infiammatorie croniche dell’intestino, quali i sopra citati morbo di Crohn e celiachia. A seguito di numerosi studi, le categorie farmacologiche a cui prestare attenzione in termini di infiammazione mucosale intestinale sono sicuramente gli antibiotici (noti per la loro capacità di alterare la composizione microbica dell’intestino) e farmaci anti-infiammatori non steroidei (come salicilati, acidi fenamici e acidi arilalcanoici) (Herlihy e Feakings, United European Gastroenterology Journal, 2022)
- Radioterapia. In alcuni casi, i trattamenti di radioterapia utilizzati nella cura delle neoplasie addominali o pelviche possono danneggiare la mucosa intestinale, portando così a infiammazione e sintomatologia ad essa annessa. Questa complicazione, purtroppo ad oggi piuttosto comune in pazienti sotto terapia radiologica, è legata all’atrofia dei villi ed alle ulcere che interessano le cellule epiteliali intestinali e che causano la cosiddetta enterite da radiazioni. Recenti studi hanno ipotizzato che il microbiota possa svolgere un ruolo fondamentale nella riduzione di questi eventi avversi e che possa essere utilizzato come biomarker per identificare o prevenire il disturbo (Jian et al., Frontiers in Cellular and Infection Microbiology, 2021).
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