Sindrome dell’intestino irritabile: il ruolo dei FODMAP

In uno dei nostri articoli blog (lo trovi qui) avevamo descritto la sindrome del colon irritabile (o IBS, dall’inglese Irritable Bowel Syndrome) come uno dei disturbi gastrointestinali più diffusi nella popolazione mondiale. Questa sindrome, spesso confusa con la colite a causa della somiglianza tra i due termini, viene definita un disturbo funzionale, poiché i sintomi non vengono causati dalla presenza di malformazioni o lesioni ai tessuti, ma da un’alterazione della normale funzionalità intestinale e in particolare della sua motilità (definita come la capacità dell’intestino di spostare in modo unidirezionale ciò che mangiamo dalla bocca fino all’ano).

L’IBS è caratterizzata da una sintomatologia gastrointestinale piuttosto variegata, con crampi o fastidio addominale, transito intestinale troppo frequente o costipazione, gonfiore addominale e stanchezza o affaticamento cronici. Data la generalità dei sintomi che accompagna la sindrome (e considerato che alcuni pazienti li presentano tutti, mentre altri solamente una parte), dalla sua scoperta sono stati definiti dei criteri diagnostici sempre più accurati, recentemente aggiornati con il termine di Criteri Roma IV, basati sulla valutazione della sintomatologia del paziente. In base alle alterazioni della motilità intestinale, possono essere identificati 4 tipi di IBS: con stitichezza (IBS-C), con diarrea (IBS-D), mista (IBS-M) e non classificabile (IBS-U), per i pazienti che presentano i sintomi dell’IBS ma le cui abitudini non rientrano in uno degli altri tre gruppi.  

Per accertare la presenza di IBS è fondamentale rivolgersi ad uno specialista, in grado di analizzare in primo luogo la frequenza, l’alternanza e la possibile natura dei sintomi, fino a prescrivere delle analisi ad hoc.

Come posso alimentarmi? La dieta ha un ruolo fondamentale nel decorso di questa sindrome: adottando alcuni accorgimenti alimentari possiamo ridurre l’entità e la frequenza dei sintomi, migliorando così la nostra qualità di vita. Diversi studi hanno identificato i Fodmap (Olisaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi e Polioli ad alto potere Fermentativo) come una categoria di alimenti da evitare in caso di IBS, almeno per certi periodi. Questi cibi, infatti, possono essere utilizzati facilmente dal microbiota intestinale come fonte di nutrimento: la loro fermentazione batterica è causa di aumentata produzione di gas e porta ad un peggioramento della sintomatologia dell’IBS.

Da questi concetti è nata l’idea della dieta low-FODMAP, uno stile alimentare che prevede l’eliminazione temporanea di alcuni zuccheri, seguita dalla reintroduzione lenta e graduale di tutte le categorie di alimenti. Però attenzione: questa dieta è molto restrittiva e ovviamente non può seguire un processo di auto-trattamento, ma deve essere invece prescritta dal medico o da un professionista alimentare. Tipicamente, gli alimenti che vengono eliminati nelle prime fasi del piano alimentare sono i prodotti caseari (latte, yogurt o gelati), prodotti a base di grano, legumi, alcune tipologie di verdure e di frutta (asparagi, cipolle, aglio, mela e pesce ad esempio). In questa fase la dieta quotidiana dovrebbe invece includere uova, carne e pesce, alcuni tipi di formaggi (inclusi brie o feta), cereali senza glutine, patate, pomodori e frutti come mirtilli, fragole, ananas e arance.

Torneremo sicuramente a parlare di dieta low-FODMAP, quindi stay tuned!

Oltre ad un corretto stile di vita e di alimentazione, si può considerare l’integrazione come una strategia efficace per la riduzione ed il trattamento dei sintomi. I prodotti SIMBIOS offrono un supporto mirato anche in caso di IBS. In particolare, il nostro Intestino Felice è perfetto per lenire la sintomatologia gastrointestinale, reintegrare eventuali carenze di micronutrienti e rinforzare la barriera intestinale grazie alla presenza di L-glutammina. Scoprilo qui!

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