Vacanze, freddo e ripercussioni intestinali

Durante l’inverno è facile andare incontro a sbalzi di temperatura

Quando ciò accade in prossimità dei pasti, possiamo andare incontro a un blocco del processo digestivo, ovvero ad un’interruzione di tutti quei processi che ci aiutano a scomporre il cibo che mangiamo e ad assorbirne i nutrienti. Ma non solo! Bruschi passaggi da caldo a freddo possono indebolire il nostro organismo, causando raffreddori e malesseri. Vediamo insieme perché forti sbalzi di temperatura sono spesso causa di problemi gastrointestinali, e scopriamo come mai in inverno tendiamo ad ammalarci più facilmente.

Sbalzi di temperatura e congestione digestiva

Dobbiamo ricordare che il cervello ha l’importante compito di mantenere costante la temperatura corporea (chiamata appunto temperatura basale), processo fondamentale per lo svolgimento di tutte le nostre funzioni vitali. Per questo motivo, quando ci sottoponiamo ad un passaggio di temperatura molto brusco, gran parte del sangue deve essere veicolato proprio verso il cervello, così da continuare a supportarlo nelle sue attività. Se questo succede subito dopo il pasto, può verificarsi il cosiddetto “squilibrio circolatorio”, ovvero la deviazione di un maggior afflusso di sangue verso il cervello e una riduzione di quello verso gli organi deputati al processo digestivo, come stomaco e intestino, con il conseguente rallentamento o blocco della digestione stessa. Ed è così che si verifica una congestione digestiva.

Un motivo per cui questo fenomeno è particolarmente frequente durante la stagione invernale è legato anche alle nostre abitudini alimentari. In inverno, infatti, la nostra alimentazione è particolarmente ricca di cibi grassi ed elaborati, che richiedono più tempo per essere digeriti. Di conseguenza, il tempo necessario alla digestione è tipicamente più lungo rispetto alla stagione estiva e abbiamo maggiore probabilità di interruzioni improvvise.

I sintomi della congestione digestiva sono molto simili a quelli di un colpo di calore e si verificano in pochi minuti dal blocco della digestione: dolore al torace, sudorazione fredda, brividi, mal di stomaco, crampi, flatulenza, nausea. Vista la natura dei sintomi, gli sbalzi di temperatura possono essere particolarmente rischiosi nei soggetti con sindrome del colon irritabile. Queste persone, già più sensibili a livello intestinale, possono incorrere in sintomi più marcati, come dolori addominali e dissenteria.

SIMBIOS ti consiglia quindi di proteggere la zona addominale (ad esempio indossando una maglia termica sotto al maglione), in particolare dopo i pasti (perché è in questa sede che tende a concentrarsi il sangue durante il processo digestivo) e se sai di doverti sottoporre a cambiamenti repentini di temperatura.  

Sbalzi di temperatura e sistema immunitario

Ma gli sbalzi di temperatura (intesi come improvvisi o eccessivi e ripetuti nel tempo) possono portare anche a un abbassamento delle difese immunitarie. Infatti, essi rappresentano una fonte di stress per l’organismo, che per far fronte al cambiamento deve mettere in atto un continuo sforzo metabolico, divenendo così più “vulnerabile” (Ikäheimo et al., Viruses, 2016). Nonostante i numerosi studi, ancora non sono del tutto chiari i meccanismi responsabili di questa risposta fisiopatologica al freddo. Recentemente, però, Huang e colleghi hanno pubblicato un’interessante ricerca sulla rivista Journal of Allergy and Clinical Immunology. Dai loro esperimenti è emerso come le infezioni delle alte vie respiratorie, dunque raffreddori, sinusiti, bronchiti e altri disturbi tipici della stagione fredda, possano essere legate a una minor efficienza del sistema immunitario…nasale! Difatti, il nostro naso rappresenta un punto di contatto importante tra l’ambiente esterno e l’interno dell’organismo, ed è particolarmente sensibile ai cambiamenti di temperatura. In particolare, la mucosa che riveste le cavità nasali è una prima linea di difesa fondamentale contro i patogeni che si trovano nell’aria che respiriamo.

Il meccanismo difensivo si compone di due importanti fronti. Il primo è di natura fisica, e consiste proprio nella barriera formata dalle cellule dell’epitelio nasale e dal muco che le sovrasta (un po’ come accade con la barriera intestinale, ne abbiamo parlato qui). Il secondo invece coinvolge l’attività del sistema immunitario, che riconosce un potenziale patogeno e lo neutralizza. A seguito di sbalzi repentini di temperatura, e in generale alle basse temperature, quest’ultimo meccanismo di difesa sembrerebbe lavorare con meno efficienza, rendendoci così più esposti a virus e patogeni ambientali. Ovviamente saranno necessari ulteriori studi per approfondire la questione, ma ciò rappresenta già un primo e importante tassello per spiegare l’aumento di influenza e malessere tipici della stagione invernale.

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